Come attribuire una scadenza a un prodotto alimentare?

Attribuire correttamente la durabilità di un prodotto alimentare è fondamentale prima di tutto per una questione di sicurezza alimentare, ma ha anche un impatto sulla possibilità di aumentare i tempi di distribuzione del prodotto stesso.

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Come attribuire una scadenza a un prodotto alimentare?

Attribuire correttamente una scadenza a un prodotto alimentare è una delle responsabilità più importanti per gli operatori del settore alimentare. Non si tratta solo di rispettare la normativa vigente, ma anche di garantire sicurezza, qualità e soddisfazione del consumatore. In questo articolo, esploreremo la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione (TMC) e definiremo il processo di uno studio di shelf life, fondamentale per determinare la durata di conservazione di un prodotto.

Data di scadenza vs Termine minimo di conservazione (TMC)

Molto spesso, questi due termini vengono confusi, ma hanno significati e implicazioni differenti:

  • Data di scadenza: indica il limite entro cui un prodotto alimentare deve essere consumato. È obbligatoria per prodotti deperibili, come latticini, carni fresche o pesce, che dopo tale data possono rappresentare un rischio per la salute. È riportata con la dicitura “Da consumarsi entro”.
  • Termine minimo di conservazione (TMC): è la data fino alla quale un prodotto mantiene le sue caratteristiche qualitative, come sapore, aroma o consistenza, purché conservato correttamente. Superato il TMC, il prodotto potrebbe non essere più al massimo della sua qualità, ma rimane sicuro da consumare. È indicato con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro”.

Cos’è uno studio di shelf life?

Lo studio di shelf life è il processo scientifico che determina la durata di conservazione di un prodotto alimentare, stabilendo con precisione fino a quando esso rimane sicuro e qualitativamente valido. Questo studio si basa su:

  1. Analisi microbiologiche: valutano la crescita di microrganismi patogeni e di alterazione in diverse condizioni di conservazione.
  2. Analisi chimiche: misurano i cambiamenti nella composizione chimica del prodotto, come ad esempio l’ossidazione dei grassi, l’attività dell’acqua, il pH, ecc.
  3. Test sensoriali: verificano come le caratteristiche sensoriali del prodotto (gusto, odore, consistenza e aspetto) cambiano nel tempo.
  4. Simulazioni ambientali: analizzano il comportamento del prodotto in condizioni specifiche, come variazioni di temperatura, umidità o esposizione alla luce.

Perché è importante stabilire correttamente la scadenza?

Un’errata attribuzione della scadenza può avere conseguenze gravi:

  • Rischi per la salute del consumatore, nel caso di prodotti deteriorabili.
  • Perdita di fiducia nel marchio, se il prodotto non rispetta le aspettative di qualità.
  • Responsabilità penali, per mancato rispetto della normativa alimentare (si pensi al mancato rispetto dei criteri microbiologici di sicurezza alimentare di cui al Reg. CE 2073/05 e s.m.i.)

Conclusione

Stabilire la data di scadenza o il TMC di un prodotto alimentare richiede un approccio rigoroso e professionale. Investire in studi di shelf life è un’opportunità per dimostrare trasparenza e attenzione alla qualità. Se sei un operatore del settore alimentare, considera la shelf life come un elemento fondamentale per costruire fiducia con i tuoi clienti e garantire il successo del tuo prodotto sul mercato.

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    2 Commenti. Nuovo commento

    • Grazianocamilli
      22 Dicembre 2024 23:44

      Negli scaffali di MD un supermercato, vendono yogurt, ricotta,latte,insaccati cotti e crudi,tortellini alla carne , a metà prezzo, il giorno della scadenza. Cosa accade se uno li conserva per altri 15 giorni?

      Rispondi
      • Roberta De Noia
        23 Dicembre 2024 9:39

        Gentile Graziano, una risposta generica può essere che trattandosi di date di scadenza e non di TMC, il consumo deve avvenire entro quella data perchè il produttore dell’alimento ne garantisce la sicurezza igienica fino a quel giorno e non oltre. Detto questo, possiamo poi aggiugere che dipende dal prodotto considerato e dall’uso previsto. Ad esempio, lo yogurt. Consumare lo yogurt qualche giorno dopo la scadenza riportata implica perdere benefici in termini di numero di batteri lattici vivi, in quanto il numero diminuisce progressivamente nel tempo. Ma da un punto di vista della sicurezza igienica possiamo dire che lo yogurt non sia un terreno favorevole alla crescita di batteri patogeni grazie al suo pH acido, quindi non costiuirebbe un rischio da un punto di vista igienico. Un altro esempio può essere quello delle paste ripiene. Dovendole cuocere per il consumo si otterrebbe un abbattimento della carica microbica. Rimane comunque l’indicazione di base di consumare i prodotti entro la data di scadenza indicata dal produttore o entro pochi giorni dalla stessa (naturalmente garantendo le condizioni di conservazione ottimali). 15 giorni potrebbe essere rischioso. Cordialmente

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